Rupi vulcaniche

In Sicilia si distinguono tre distretti vulcanici, differenti per il contesto geodinamico che ne è all’origine e per la natura chimica dei prodotti eruttivi: l’Etna, l’arcipelago delle isole Eolie e le isole del Canale di Sicilia (Pantelleria e Linosa).

Il fenomeno del vulcanismo in Sicilia s’è manifestato soprattutto nel corso del Pleistocene.

L’arco eoliano, esteso per circa 200 Km nel Sud Tirreno, s’è originato a partire da un milione d’anni or sono (Alicudi e Filicudi sono le isole emerse più antiche), con fenomeni considerati ancora attivi a Stromboli, Lipari e Vulcano; esso è legato alla collisione della placca continentale africana che scivola sotto quella euroasiatica, rifondendo parzialmente e risalendo con eruzioni esplosive.

L’Etna, invece, s’è sviluppato circa 700.000 anni fa al centro di un ampio golfo esistente tra Monti Peloritani a Nord e Monti Iblei a Sud, laddove il movimento delle stesse placche ha prodotto l’apertura di fratture distensive profonde nella crosta terrestre, con conseguente risalita di magma basaltico dal mantello sottostante.

Tra 325.000 e 50.000 anni or sono, le isole di Pantelleria e Linosa si sono generate nel Canale di Sicilia per un fenomeno di rift continentale, cioè in seguito alla distensione e all’assottigliamento della crosta terrestre (che sta separando la Sicilia dall’Africa), con formazione di fratture oblique in direzione NO-SE e risalita di magma profondo.

Risalgono, invece, al lontano Terziario le vulcaniti presenti sui monti Iblei (Sicilia sud-orientale), miste a rocce sedimentarie. La natura chimica, la morfologia e la struttura del substrato vulcanico, come pure l’origine e l’andamento dell’attività magmatica, influenzano fortemente la flora che di conseguenza è molto specializzata e ricca di specie endemiche.

La roccaglia vulcanica, quindi, vuole testimoniare la straordinaria varietà e ricchezza di specie uniche al mondo che solo in questi ambienti peculiari sono in grado d’esistere.

Le piante sono distribuite dal basso verso l'altro secondo i piani altitudinali, cioè dal mare all'alta montagna. In basso, stanno le specie della costa rocciosa (dal comune Crithmum maritimum a specie rare, come Helichrysum errerae, Limonium cosyrense e Matthiola pulchella).

Seguono cespugli e arbusti di macchia e gariga (con la diffusa euforbia arborea, Euphorbia dendroides, o le endemiche Silene hicesiae e Cytisus aeolicus). Più in alto, infine, stanno le specie montane, tra cui piante esclusive come Astracantha sicula, Rumex aetnensis, Senecio aetnensis, Tanacetum siculum.